Arroganza di Mosca
Sono tornata dalla Biennale di Mosca, dove quest’anno espongo anche.
Mosca è una città che ti dà molta adrenalina se non eccedi con la permanenza e frequenti esclusivamente i luoghi d’arte e gli ambienti acculturati. Quattro - cinque giorni possono bastare per farsi l’idea di questa città come di una metropoli vivace e stravagante, ma quando mi capita di rimanervi dieci giorni, come questa volta, il suo aspetto diventa per me opprimente e arrogante. L’opulenza di dubbio gusto che fa di Mosca un lunapark, una discoteca, un albero di natale offende il mio gusto estetico.
La gente di Mosca sembra rassegnata: tutto è come fosse nella norma. Ore in file per le strade, i tassisti sonnolenti che non hanno fretta di arrivare, le macchine impolverate. In compenso le persone camminano con una velocità impressionante! Dicono che così ci si stanca di meno. Forse per questo non fanno caso ai mostri architettonici che si innalzano nei cantieri in pieno centro: il settore edilizio è molto corrotto. Si, hanno cambiato tante cose - per non cambiare mai. Proprio come nel Gattopardo.
Ogni volta che attraversi la strada sul passaggio pedonale, non sei sicuro che il flusso di auto si fermerà, e allora ti viene il dubbio: ma la vita di un essere umano in questa parte del mondo ha valore? I miei amici mi hanno tranquillizzato: per i conducenti che investono le persone sulle strisce pedonali ora ci sono pene più severe. È molto rassicurante..
È una città di contrasti, dove l’assenza di logica nella vita di ogni giorno, le distanze interminabili, la pesantezza di inquinamento e povertà si dissolvono appena entri in un teatro o in un museo, dove vedi altro volto di Mosca, quello colto e raffinato. Il governo russo non fa tagli alla Cultura, continua a sovvenzionarla anche nel periodo di crisi. La cultura è ciò che continua ad avere un’aura particolare, anche se gli operatori del settore si lamentano: con l’arrivo di capitalismo manca la stabilità e le sicurezze. È diventato più difficile avere un incarico statale a vita, quindi bisogna darsi da fare, inventare nuove realtà.
Le cose che amo di Mosca: i miei amici, biblioteche, teatri, musei, la metropolitana e il caviale.
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