Sul disordine nel mio studio
Con aiuto dei due amici fotografi vi invito a fare una visita virtuale nel mio atelier. Per l’occasione l’ho sistemato ma, quando lavoro, il mio studio è irriconoscibile. Dovete immaginare lo spazio libero che vedete invaso da carte, tele, tubetti di colori schiacciati, libri e oggetti più strani, il pavimento tutto schizzato mentre nell’aria si diffonde l’odore di trementina e di caffè. Fino a pochi anni fa avevo la comodità di una casa-studio e lavorando dovevo trattare l’ambiente con rispetto. In compenso la fusione tra il lavoro e la vita privata mi portava a confondere il giorno con la notte, il vino con l’acqua e la camomilla con il caffè. Ora ho uno studio vero, “da battaglia”, posso spruzzare i colori dappertutto, sfogarmi con le sperimentazioni e affrontare le tele di grandi dimensioni, però mi impongo gli orari. La mia tecnica sta cambiando, però di questo vi parlerò nel prossimo post. Se è vero che l’ambiente riflette il mondo in