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L'installazione "Opus" alla mostra "Unbreakable: Woman in Glass"

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Installazione "Opus " di Lolita Timofeeva Ma non mangiare dell’albero della scienza del bene e del male; poiché in qualunque giorno tu ne avrai mangiato, morirai di morte. (Genesi, cap. II, 17) L’installazione “Opus” può avere diversi livelli di lettura, quello più immediato   suggerisce la visione dell’albero sradicato che giace per terra - il geroglifico del corpo sofferente dell’umanità - è una metafora di ciò che sta succedendo ora nel mondo, rappresenta la nostra vulnerabilità. Gli alambicchi di vetro trasparente si nutrono della linfa dell' albero della vita ed è un messaggio di speranza.   È la trasmutazione attraverso un’esperienza dolorosa e attraverso una conoscenza nuova della fragilità del nostro pianeta, della nostra civiltà. E qui possiamo approfondire i significati dal punto di vista alchemico: l’immagine rimanda allo stadio iniziale del Magistero – la nigredo – stadio che rappresenta le difficoltà che l’adepto deve superare durante il s

Guttuso a Noto. L’uomo che sognava di unire la verità con la bellezza e il comunismo con l’arte

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di Lolita Timofeeva Lo rivela l’esposizione “Io, Renato Guttuso” allestita nella splendida cornice dell’Ex Convento di Santa Chiara a Noto , l’odierna sede del Museo Civico. La mostra, organizzata da Sikarte e curata da Giuliana Fiori , chiuderà i battenti l’11 ottobre. Attraverso le trentaquattro opere selezionate, lo spettatore è invitato a seguire il percorso dell’artista siciliano e a scoprire passo dopo passo il suo animo, per conoscere le diverse sfaccettature della sua ricca personalità, a volte contraddittoria. Antifascista impegnato in politica e amante della bella vita, generoso ma anche geloso di ciò che aveva conquistato, da uomo del sud, attaccato alle proprie radici e nello stesso tempo aperto al mondo. Esuberante e curioso, ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca di verità e alla loro rappresentazione. Nato a Bagheria nel 1911, successivamente si trasferì a Palermo e poi a Roma e a Milano ma non dimenticò mai la sua Sicilia, la luce e i colori di quest

Quarantena 2020

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È curioso: questo disegno lo avevo preparato per fare gli auguri di buon 2020. Non vi sembra una famiglia in quarantena? Tanti anni fa avevo iniziato a fare gli auguri di Natale e di Buon Anno ai miei amici con un disegno, tant’è che è diventata una tradizione.   Dopo aver esaurito i segni dello zodiaco cinese che si basa su un ciclo di 12 anni, ad ognuno dei quali è associato ad un animale, ho cominciato ad usare o il tema del progetto sul quale stavo lavorando, oppure sperimentavo qualche tecnica nuova. Così è accaduto anche per il 2020. Volevo semplicemente raffigurare (come augurio) una famiglia unita, con le radici forti, invece avevo raffigurato la quarantena.

È il virus?

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“È il virus?” di Lolita Timofeeva, cm.80x60, alchid su tela, 2004 “State a casa e divertitevi! La morte nera fugge dalla musica e dall’allegria”. È la citazione dal film “ Avicenna ” di   Kamil Jamatov (1956) che descrive un’epidemia di peste. Avicenna sottolineava lo stretto rapporto tra emozioni e salute, e riteneva che la musica ha effetti importanti sullo stato del paziente. “È il virus?” è un dipinto del 2004 al quale sono molto affezionata e lo tengo in casa. Mi sono resa conto che è diventato attuale oggi nel 2020 durante la pandemia di coronavirus.