Il volto bizzarro di Arte Fiera

Il significato del bello è diverso per ognuno di noi.

Invece il “brutto” nell’arte per me è semplicemente il sinonimo del banale.
Ora però, non parlerò delle opere belle o brutte, ma farò un piccolo reportage personale e sicuramente parziale basandomi sulle osservazioni che abbiamo fatto con alcuni amici artisti, galleristi e collezionisti, visitando Arte Fiera.


Quest’anno la fiera particolarmente si è distinta per la presenza di “oggetti d’arte” come, per esempio, il divano-scultura di Robert Stadler che dovrebbe essere anche comodissimo. Oppure la scultura-mobiletto di Vincent Dubourg che potrebbe arredare qualche dimora elegante. È un compromesso tra l’arte e la funzionalità e quindi lo sconfinamento dell’arte nel design, o forse viceversa.
Altra categoria di “oggetti d’arte” sono una specie di “giocattoli” per adulti di grandi dimensioni, realizzati in vetroresina laccata o in altri materiali molto lucidi. Fanno pensare ai gadget di lusso che di solito si vedono nelle réclame delle riviste pattinate.
È una corrente lanciata da Jeff Koons, una pop art rivisitata, spesso dichiaratamente kitsch, qualche volta divertente e ironica.


Si è notato che sono visibilmente diminuite le gallerie che presentano video arte. Ma in compenso nell’aula magna Santa Lucia, per i fortunati che sono riusciti a entrare, è stata realizzata una performance meravigliosa di Bill Viola, con le musiche di Arvo Pärt, famoso compositore sperimentale estone. Probabilmente la storia sta facendo il proprio corso rendendo difficoltoso agli artisti giovani misurarsi con i grandi come Bill Viola.



La notte bianca è stata apprezzata quest’anno più che mai. L’euforia si percepiva ovunque: nei musei aperti fino alla notte fonda, nelle feste, in mezzo alla gente che ha invaso le strade del centro di Bologna. La folla incantata si spostava da un palazzo storico all’altro come fosse stregata dal loro fascino.
Lolita
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